Vincenzo Incenzo

Vincenzo Incenzo

Il mio amore per i libri e i film di Pasolini aveva fatto nascere una notte, senza nemmeno che me ne accorgessi, una canzone. Raccontavo di un Pier Paolo privato, che si incamminava nella notte oltre l’ultima fermata del tram, sotto una luna sporca, con il giornale in tasca, e andava, andava oltre il parafango che gli aveva schiacciato il cuore, oltre i ragazzi di vita, oltre tutte le bandiere, con le sue parole profetiche che gli uscivano dalla bocca come farfalle. L’avevo scritta e l’avevo archiviata,
convinto che una canzone così nessuno avrebbe avuto il coraggio o semplicemente la voglia di cantarla. Quando per una serie di coincidenze apparve Franco, che stava chiudendo l’album “Non escludo il ritorno”, la prima cosa che mi vennein mente fu di fargli sentire quel pezzo. Ricordo ancora la sua telefonata, il giorno dopo: “Vincenzo, so’ Franco. La canzone la faccio, pe’ Pasolini
e pe’ te che l’hai scritta”. E il giorno dopo ancora, in studio, seduto su una sedia, con la sua sfrontatezza e con un filo di voce, l’ha cantata. In maniera sbilenca, imprecisa ma terribilmente vera: al punto che nessuno ha pensato di chiedergli di fare una seconda traccia.
Le parole, pur strascicate, cadevano una dopo l’altra pesanti come sassi dalla sua vocalità fumosa e amara, gonfia di un’umanità così sincera e vissuta senza difese. La canzone dopo un passaggio era già sua, e lo era per sempre. Nel suo docufilm Noi di settembre Franco mi ha onorato leggendo il testo di Pierpaolo in un teatro vuoto; un omaggio che non potrò mai dimenticare.

Vincenzo Incenzo, paroliere e scrittore

Date

2013

Category

Testimonianze